
Futurismo. La nascita dell’avanguardia 1910-1915 - Palazzo Zabarella,
Corso Garibaldi, 33 - Padova
(Foto: Umberto Boccioni
Meriggio. Officine a Porta Romana, 1910,
olio su tela, 75 x 145 cm.
Collezione Intesa Sanpaolo
Gallerie d'Italia - Piazza Scala, Milano)
Mostra in corso 1 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023
La mostra a Palazzo Zabarella promette di essere uno degli eventi principe della prossima stagione espositiva. Si cercherà di offrire una visione nuova ed originale del Futurismo,
una realtà artistica fino a ora poco, o per niente, svelata. In mostra oltre 100 opere tra il 1910 e il 1915.
Comunicato Stampa della Mostra Futurismo. La nascita dell’avanguardia 1910-1915
Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale
per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente.
Daremo scheletro e carne all’invisibile, all’impalpabile, all’imponderabile,
all’impercettibile. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti
gli elementi dell’universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della
nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto”…
Così si legge nel Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo,
pubblicato a Milano l’11 marzo 1915 a opera di Giacomo Balla e Fortunato
Depero, “astrattisti futuristi”, come loro stessi si firmano.
Il manifesto
costituisce la prima teorizzazione e testimonianza della tendenza
non figurativa dell’arte d’avanguardia in Italia prefigurando un’arte
“polimaterica”, un’arte nuova che diventa arte-azione, cioè volontà,
ottimismo, aggressione, possesso, penetrazione, gioia, splendore
geometrico delle forze, proiezione in avanti.
Ed è proprio il Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo,
a siglare il punto d’arrivo di una stagione artistica, quella del Futurismo,
che è l’anima e l’essenza di una mostra d’eccezione che indaga in
modo assolutamente inedito le origini del movimento.
“Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia”, allestita nelle sale
di Palazzo Zabarella a Padova, con la curatela di Fabio Benzi, Francesco
Leone, Fernando Mazzocca, si impone infatti, come “sguardo altro”,
offrendo una visione nuova ed originale e invitando alla scoperta di
una realtà artistica fino a ora poco, o per niente, svelata. Sebbene
negli ultimi quarant’anni si siano succedute molteplici rassegne
dedicate al Futurismo, nessuna si è mai focalizzata in termini critici ed
esaustivi sui presupposti culturali e figurativi, sulle radici, sulle diverse
anime e sui molti temi che hanno concorso prima alla nascita e poi
alla deflagrazione e alla piena configurazione di questo movimento
che ha caratterizzato in modo così dirompente le ricerche dell’arte
occidentale della prima metà del Novecento.
“Futurismo”, innanzitutto, significa “arte del futuro”, e infatti, tra
le avanguardie del ‘900 è quella maggiormente animata da un
sentimento rivoluzionario di rinnovamento, di ribellione nei confronti
della tradizione e di fiducia nelle possibilità offerte dal futuro e dalle
sue innovazioni tecniche. Gli artisti della prima generazione di futuristi
- Umberto Boccioni, in primis, e poi Carlo Carrà, Luigi Russolo, Antonio Sant’Elia, Giacomo Balla e Gino Severini - si pongono come
obiettivo di risvegliare l’arte figurativa poiché non è più immaginabile
che continui a dar voce a tematiche lontane dalla realtà, spesso
vincolate a soggetti religiosi e mitologici. E per farlo, guardano al
Divisionismo, tanto che nel “Manifesto” della fondazione artistica
del Futurismo (1910) si dichiara l’ammirazione per i pittori di questa
corrente che hanno messo a punto una elaborata tecnica mutuata dal
Post-Impressionismo e dal Puntinismo. I futuristi si approprieranno
quindi della loro pennellata, pur non nascondendo la loro attrazione
per le forme sintetiche, la scomposizione dei piani e la distruzione
della prospettiva del Cubismo (di cui però rinnegano la staticità), e
senza dimenticare che dal Neoimpressionismo prendono in prestito
la luminosità cromatica e dai Nabis il simbolismo dei temi. È partendo
da questi presupposti tecnici che il Futurismo, si pone come chiave di
rottura verso gli schemi del passato, assurgendo anche a precursore
di idee ed esperienze del Dadaismo, delle avanguardie russe e delle
neo avanguardie del secondo Novecento. Diventa così l’interprete di
una vera “rivoluzione” artistica che vede quale ideale un’opera d’arte
“totale” che supera i confini troppo angusti del quadro e della scultura
per coinvolgere tutti i sensi, facendo di massimo contrasto cromatico,
simultaneità (per determinare l’effetto dinamico) e compenetrazione
(per liberare l’oggetto dai suoi confini), i suoi tratti salienti.
Raccontano tutto questo e molto altro ancora, snodandosi in un
percorso in crescendo, le oltre 100 opere che animano le sale
di Palazzo Zabarella, tutte appartenenti a un arco cronologico
piuttosto ristretto, dal 1910, anno di fondazione del movimento in
ambito pittorico, al 1915, quando la pubblicazione del Manifesto della
Ricostruzione Futurista dell’Universo e l’ingresso in guerra dell’Italia
tracciarono un netto spartiacque nelle ricerche artistiche del
movimento. Opere d’eccezione, alcune delle quali inedite o esposte
raramente, provenienti da gallerie, musei e collezioni internazionali,
per un totale di oltre 45 prestatori differenti, un corpus davvero unico
che già definisce il prestigio della mostra.
A siglare l’avvio della mostra, le radici simboliste del Futurismo e i
legami con l’arte divisionista grazie al confronto tra i lavori di Giovanni
Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo tra gli altri,
e quelli dei padri fondatori del movimento da Umberto Boccioni
a Giacomo Balla, da Gino Severini a Carlo Carrà, da Luigi Russolo a
Mario Sironi. Un “dialogo” che attesta come questi primi futuristi siano
accomunati da una formazione artistica di natura secessionista, legata
alla tecnica divisionista e alla temperie simbolista di tardo Ottocento e
di inizi Novecento. Poi si scoprirà lo “Spiritualismo” con la meraviglia
di Stati d’animo di Boccioni del 1911-1912 e Mercurio transita davanti al
sole”di Balla del 1914, quali punte di diamante. Di sala in sala si giunge
nel cuore della mostra, che vede protagonista il “Dinamismo”, in cui
si fronteggiano le opere di Boccioni, Balla, Severini, Sironi, Carrà,
Russolo e quelle di Gino Rossi, Gino Galli, Ardengo Soffici e Ottone
Rosai. Ci si tufferà poi nella “Simultaneità”, con opere di Carrà,
Boccioni, Fortunato Depero, Russolo ed Enrico Prampolini. Lo spirito
rivoluzionario e di completa rottura con i canoni del passato, è il fulcro della “Vita moderna”, con opere di Sironi, Carrà, Boccioni, Antonio
Sant’Elia, Fortunato Depero, ma anche di Aroldo Bonzagni e Achille
Funi, emblemi del desiderio di una nuova vita, lontana da immobilismo
e tradizione.
Si indagheranno poi i temi della “Tridimensionalità” della
scultura e del “Polimaterismo” dove, a testimonianza dell’utilizzo in
arte di materiali diversi, troveremo Forme uniche della continuità
nello spazio e Sviluppo di una bottiglia nello spazio di Boccioni, i
complessi plastici di Balla e Depero appositamente ricreati per questa
rassegna poiché andati perduti. Dopo una sezione sulle “Parolibere”
il percorso si snoda fino a toccare il tema della “Guerra”, vista dai
Futuristi come mezzo che permette di sbarazzarsi del vecchio e
noioso passato e di far prevalere la gioventù.
Troveremo in mostra
capolavori firmati Carrà, Balla, Sironi e Severini. Chiude il percorso
appunto la “Ricostruzione Futurista dell’Universo”, con il concetto
di ‘arte totale’ che si impossessa del mondo degli uomini e delle cose
e che ha trovato proprio con i futuristi la prima, piena configurazione
in seno ai movimenti d’avanguardia.
Informazioni utili per la visita
Orari: dal martedì alla domenica dalle 9.30
alle 19.00 La biglietteria chiude 45 minuti prima.
Biglietti:
intero € 15; ridotto € 12 per over 65 anni; ridotto speciale
€ 10 per ragazzi dai 6 ai 17 anni (minorenni); gratuito per i bambini fino ai 5 anni compiuti (non in gruppo scolastico),
giornalisti con tesserino, guide autorizzate di Padova, accompagnatore
di visitatore diversamente abile.
Telefono: +39.049.8753100
Sito web: Palazzo Zabarella |